Quando la calura del torrido agosto arriva a tormentare le giornate, le piogge sono scarse e l’umidità si abbassa, le chiocciole si preparano ad affrontare il sonno che le accompagnerà fino agli inizi di settembre.
Questo semi-letargo permette loro di resistere a temperature elevate, al vento secco d’estate e al pericolo di disidratazione, riducendo al minimo le normali attività vitali. Durante il periodo dell’estivazione le chiocciole possono unirsi a grappolo tra loro chiudendosi l’una sul guscio dell’altra, fermando così l’entrata del caldo e la fuoriuscita di umidità (per loro vitale) tramite l’evaporazione.
La scelta di un luogo idoneo dove estivare è fondamentale per affrontare questo mese. Le chiocciole più resistenti, sopravvissute al letargo, potranno poi risvegliarsi e iniziare il periodo di accoppiamento.
Alcune specie, come Cornu aspersum (Müller, 1774), prediligono ambienti riparati dal sole e dalle intemperie. Altre, come Theba pisana (Müller, 1774) ed Eobania vermiculata (Müller, 1774), preferiscono invece zone più esposte e ventilate. Altre ancora, più sensibili alle variazioni di temperatura, come Cantareus apertus (Born, 1778), sono solite interrarsi in profondità.
La maggior parte dei molluschi gasteropodi, inoltre, produce il cosiddetto epifragma, una formazione mucosa e calcarea che serve a sigillare temporaneamente l’orifizio della conchiglia permettendo di conservare all’interno l’umidità. Di consistenza variabile a seconda della specie, appare generalmente di colore biancastro-giallognolo e, talvolta, con un buchetto ad indicare che la chiocciola sta cambiando aria durante il letargo.
Dopo circa un mese, appena le temperature si abbassano, l’aria fresca arriva a risvegliare le chiocciole. Pian piano si disgregano i grappoli di conchiglie spiraleggianti, segno che la vita ricomincia il suo corso dopo il dolce riposo estivo.