La Nitticora, il cui nome deriva dalla composizione dei termini latini nicty – corax, cioè corvo di notte, è un uccello che appartiene alla famiglia degli Ardeidi . E’ una specie migratrice diffusa in tutto il mondo in diverse varianti (sottospecie) tranne che in Australia. Tende ad avere un comportamento sociale e gregario anche con altre specie di aironi con cui si ripara tra le fronde degli alberi durante le ore di riposo. La sua attività si concentra principalmente nelle ore crepuscolari e non è raro che caccino anche durante la notte per minimizzare la competizione con le altre specie ecco perché il nome “corvo di notte”. Hanno una dieta particolarmente varia nutrendosi di anfibi, rettili, pesci, insetti ed anche piccoli mammiferi. Vive nelle zone umide caratterizzate dalla presenza di laghi, stagni, fiumi o strutture artificiali come risaie o fossati. In Italia è una specie nidificante con riproduzione concentrata nel nord Italia in particolare nella Pianura Padana e svernante nel sud Italia o in Africa. Negli ultimi anni le popolazioni di Nitticora stanno subendo un lento declino a causa della frammentazione degli habitat e alla progressiva perdita delle zone umide nei diversi continenti. In particolare il loro declino è dovuto ai cambiamenti delle tecniche utilizzate per la coltivazione del riso, passando da un metodo di coltivazione prettamente “allagato” ad uno temporaneamente “allagato” o del tutto “asciutto” riducendo le prede e l’ habitat artificiale. Un aspetto che molto mi entusiasma è scoprire come, nel corso degli anni, gli animali sono stati visti e descritti dalle popolazioni attribuendogli spesso caratteristiche magiche e sovrannaturali. Infatti, nel Folklore giapponese, la Nitticora, nota come Aosaginohi, o Aosagibi (青あお鷺さぎ火び, “airone azzurro fuoco”) è rappresentata secondo un fenomeno descritto da Toriyama Sekien nel suo lavoro Konjaku Gazu Zoku Hyakki (Cento Demoni del Presente e del Passato) 1779. Qui la Nitticora è descritta come uno Yokai (spirito) raffigurata con un corpo misteriosamente illuminato le cui penne si fondono in squame lucenti che emanano una luce blu iridescente nel buio della notte. Nell’antica provincia di Yamato, odierna prefettura di Nara, una leggenda narra che la gente, ogni notte, vedeva una fiamma di colore blu (definita “pioggia blu”) levarsi da un albero di salice. Si pensa che la figura dell’ Aosaginohi sia apparsa in realtà, per la prima volta, in un’antica Cronaca del Periodo Kamakura, intitolata Azuma Kagami che risale al 1200.
Le foto sono state scattate a Napoli presso uno stagnetto artificiale con una reflex Nikon D3400 e obiettivo Tamron 100-400 mm.